LA FIAMMA IMMORTALE DEI LIBERI PENSATORI
Migliaia di anni fa un uomo riuscì a scoprire il segreto del fuoco e probabilmente lo bruciarono con quel legno
che egli aveva insegnato ad accendere, ma lasciò all’umanità un dono insperato e con esso liberò dal buio la terra.
Durante i secoli altri uomini animati da intuizioni e passioni, i grandi creatori, i pensatori, gli artisti, gli scienziati,
gli inventori, rimasero soli contro gli uomini del loro tempo. Ogni nuova idea era ostacolata, ogni invenzione bandita,
ma ciascuno di loro andò avanti, lottò, soffrì e pagò, ma vinse!
Non era mosso dal desiderio di piacere alla folla, la folla odiava il dono che le era offerto, ma egli cercava la verità.
Il suo scopo era la sua opera, la sua opera, non chi la usava. La sua creazione non i benefici che gli altri ne traevano.
La creazione che dava forma alla sua verità, nonostante e al di la di tutti gli altri.
Andò avanti, sia che gli altri volessero seguirlo oppure no accompagnato soltanto dalla sua integrità.
Non servì niente e nessuno.
Visse solo per sé e vivendo per sé potè realizzare le opere che formano la gloria dell’umanità.
E’ così che è avvenuta ogni conquista in ogni tempo e in ogni luogo.
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L’uomo è nato inerme, ha un’unica arma, la sua mente. Senza di essa non potrebbe sopravvivere.
La mente è un attributo dell’individuo e si contraddistingue per la sua unicità di espressione.
L’uomo che pensa, deve pensare ed agire da sé, come può lavorare se è sottoposto a costrizioni di ogni genere?
E’ impossibile subordinarlo a bisogni, opinioni o desideri di altri e nessuno ha il diritto di sacrificarlo!
Chi crea si basa sul proprio giudizio. Il parassita segue l’opinione degli altri.
Chi crea, pensa, il parassita copia.
Chi crea, produce, il parassita ruba.
Chi crea tende a conquistare il cuore della natura, il parassita alla conquista degli uomini.
A chi crea va data indipendenza, egli non comanda e non serve nessuno.
Tra lui e gli altri c’è un libero scambio, una libera scelta.
Il parassita cerca il potere e tenta di livellare gli uomini in una azione comune, una comune schiavitù
e pretende che l’uomo debba essere uno strumento ad uso degli altri, debba pensare come pensano gli altri,
agire come gli altri, che debba annullarsi in una servitù incondizionata.
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Osservate la storia: ogni conquista, ogni bene che possediamo, deriva dall’opera indipendente di una mente indipendente.
Ogni barbarie o decadenza nasce dal tentativo di fare degli uomini automi senz’anima, senza cervello,
senza diritti personali, volontà, speranza né dignità.
E’ un antico conflitto, oggi ha un altro nome: l’individuale contro il collettivo.
Questo paese si fondò sul principio dell’individualismo, ossia dei diritti inalienabili dell’uomo.
Era un paese dove l’uomo era libero di cercare la sua felicità, di guadagnare e di produrre non angustiato dalla rinunzia.
Libero di possedere quel bene inestimabile che è il senso del suo valore personale nella più elevata delle virtù:
il suo AMOR PROPRIO!
Questo è ciò che i collettivisti vi chiedono di distruggere, come già altrove è stato distrutto.
Volevo ricordarvi che nessuno ha il diritto di usurpare un solo minuto della vita degli altri e nessuno ha il diritto
di sfruttare le energie degli altri, chiunque esso sia, o il mondo finirà in un’orgia di sopraffazione.
Io parlo in nome di tutti gli uomini indipendenti che ancora rimangono nel mondo poiché al di fuori di questi principi non esiste che la schiavitù del lavoro e la negazione all’uomo del diritto di vivere secondo il proprio genio.
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LA FIAMMA IMMORTALE DEI LIBERI PENSATORI
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