PERMACULTURA
Masanobu Fukuoka
Il Concetto di Permanent Agriculture, nacque nel 1911 ad opera di Franklin Hiram King con il suo libro Farmers of Forty Centuries: Or Permanent Agriculture in China, Korea and Japan. Un altro grande pioniere della coltura naturale fu
Masanobu Fukuoka con il suo libro: “La Rivoluzione del Filo di Paglia”. Fukuoka era un cultore del “Non Fare”
(limitare il compito dell’uomo al semplice accompagnare i processi già ben gestiti dalla natura, limitando
al massimo il proprio intervento e rifiutando le tecniche agricole in generale).
Ne 1974, Bill Mollison e David Holmgren (suo studente all’Università della Tasmania), misero a punto un sistema
di agricoltura sostenibile, basata sulla coltivazione consociata di alberi perenni, arbusti, erbacee (legumi e “malerbe”),
funghi e tuberi. Chiamarono questo sistema “Permacoltura” permanent agriculture (“agricoltura permanente”).
“Il più grande cambiamento che dobbiamo fare è dal consumo alla
produzione, anche se su scala ridotta, nei nostri giardini.
Se solo il 10% di noi farà questo, ci sarà abbastanza cibo per tutti.
Da qui l’inutilità dei rivoluzionari che non hanno i giardini
e gli orti, che dipendono dal sistema che molto attaccano,
e che producono parole e proiettili, non cibo e riparo. “
Bill Mollison
David Holmgren
Nel 1978, Holmgren presentò la sua tesi di laurea da cui poi nacque il primo manuale intitolato “Permaculture One”, pubblicato da Mollison ed Holmgren. Il secondo manuale “Permaculture two”, che fu pubblicato soltanto da
Mollison nel 1979, segnò anche la separazione delle strade di Mollison e Holmgren.
In seguito, in Italia, la parola Permacoltura (agricoltura permanente), divenne Permacultura,
unificando così anche tutti gli aspetti culturali e sociali della connessione tra esseri umani e natura.
Mentre gli esperti del mestiere si sentirono “minacciati” da questo metodo innovativo di coltivazione e
non lo accolsero bene, tra il popolo, già dagli anni’80, iniziò a diffondersi insieme al crescente
numero di pubblicazioni e la nascita di scuole e corsi.
La Permacultura di Mollison e Holmegren era un sistema di coltura per l’approviggionamento familiare e della comunità, in armonia con l’ambiente, gli umani e gli animali. Un sistema di autoproduzione, autosufficienza alimentare ed energetica per la comunità ed eventualmente con uno sbocco commerciale per i prodotti in eccesso. Ma rendendocisi conto che se non si hanno le adeguate informazioni e gli strumenti necessari non si può attuare un cambiamento effettivo, la permecultura ha iniziato, negli ultimi anni, ad occuparsi anche di trovare e fornire le strategie adeguate per l’accesso alla terra, strategie finanziarie e di autofinanziamento a livello regionale, fino a diventare una struttura a livello globale.
I DODICI PRINCIPI ALLA BASE DELLA PERMACULTURA
SECONDO DAVID HOLMGREN
Osserva e interagisci
(La bellezza è negli occhi di chi guarda) Osservare il paesaggio e i processi naturali che lo trasformano è fondamentale
per ottimizzare l’efficienza di un intervento umano e minimizzare l’uso di risorse non rinnovabili e tecnologia.
L’osservazione deve essere accompagnata dall’interazione personale.
Raccogli e conserva l’energia
(Prepara il fieno finché c’è il sole) Raccogliere e conservare l’energia è alla base di tutte le culture umane e non.
Per energia si intende tutto ciò che può essere immagazzinato e/o mantenuto in buono stato e che è
fondamentale per la sopravvivenza di una comunità/cultura. Esempi: cibo, alberi, semi.
Assicurati un raccolto
(Non si può lavorare a stomaco vuoto) Assicurarsi che ogni elemento del
progetto porti una ricompensa utile.
Applica l’autoregolazione e accetta il feedback
(I peccati dei padri ricadono sui figli fino alla settima generazione) Applicare l’autoregolazione per evitare che controllori
di livello superiore siano costretti ad intervenire per riequilibrare una crescita incontrollata. Impara a riconoscere
e accettare il feedback fornito dalla comunità o, più in generale, dalla natura.
Usa e valorizza risorse e servizi rinnovabili
(Lascia che la natura faccia il suo corso) Gestire le risorse che si rinnovano e rigenerano in modo continuo senza un apporto esterno in modo che assicurino una continua resa. Allo stesso modo valorizzare i cosiddetti servizi rinnovabili, ovvero
i servizi apportati da piante, animali, suolo e acqua senza che questi siano consumati nel processo.
Non produrre rifiuti
(Il risparmio è il miglior guadagno – Un punto in tempo ne salva cento) Assicurarsi che i sistemi presenti
nel progetto non producano niente che non sia utilizzabile e utile ad un altro sistema.
Progetta dal modello al dettaglio
(Gli alberi non sono la foresta) Bisogna imparare a dare uno sguardo d’insieme prima d’immergersi
nel dettaglio. Utilizzare soluzioni progettuali derivate da modelli osservati in natura.
Integra invece di separare
(Molte mani rendono il lavoro più leggero) Integrare ogni elemento progettuale all’interno
del sistema in modo che si sostenga a vicenda con gli altri elementi.
Piccolo e lento è bello
(Più sono grandi e più fanno rumore cadendo) Sistemi piccoli e lenti sono più facili da mantenere di quelli
grossi e veloci, fanno un miglior uso delle risorse e producono in maniera più sostenibile.
Usa e valorizza la diversità
(non mettere tutte le uova in una sola cesta) Valorizzare la diversità animale e vegetale.
La diversità riduce i rischi derivanti dalla gran parte delle minacce: l’ammalarsi di una specie di pianta
non è la fine del raccolto. Inoltre la diversità aiuta a beneficiare dell’unicità di ogni territorio.
Usa e valorizza il margine
(non pensare di essere sulla giusta traccia solo perché è un sentiero molto battuto) Progettare le forme delle zone di confine in modo da sfruttarne il più possibile le caratteristiche: il limite tra due sistemi diversi è il posto dove accadono le cose più interessanti. Queste zone sono spesso le più produttive in quanto possono utilizzare le caratteristiche di sistemi diversi.
Un esempio dello sfruttamento dei margini è rappresentato dal sistema di canali argini “chinampa”,
utilizzato tradizionalmente in Messico e Thailandia.
Reagisci ai cambiamenti e usali in modo creativo
(bisogna vedere le cose non solo per come sono ma anche per come saranno) Sfruttare i cambiamenti a proprio favore; questo presuppone l’osservare attentamente i segni che li precedono e intervenire in tempo.
Il termine Permacultura è dato dall’unione tra i vocaboli inglesi Permanent, Agriculture e Culture, vale a dire agricoltura permanente in una cultura permanente. Per dirla in una frase è “l’arte di progettare nuovi ecosistemi”, partendo dallo studio dei sistemi naturali preesistenti per poi applicare strategie integrate che sviluppino un ecosistema produttivo,
caratterizzato dalla biodiversità tipica di un ecosistema naturale.
La permacultura è un utile strumento per conseguire l’autosufficienza energetica ed alimentare; gestire con efficienza le risorse idriche; utilizzare tecniche di costruzione sostenibili, antiche e tradizionali; progettare frangivento anti-incendio oltre che produttivi; gestire sistemi di allevamento animale economici e di elevata qualità; pianificare sistemi di produzione vegetale organica ed autofertilizzante, imitando il bosco perenne; formare una rete solidale di agricoltori che si avvantaggino del km 0 e della qualità, sfuggendo alle ottiche di intermediazione o di credito.
Tratto da Rebubrica de Sardigna.
La Permacultura (Agricoltura Permanente) e’ il design conscio ed il mantenimento di ecosistemi agricoli produttivi che possiedono la diversita’, la stabilita’ e la capacita’ di recupero degli ecosistemi naturali. E’ l’integrazione armoniosa
del paesaggio e della gente per provvedere al loro cibo, energia, protezione dagli elementi naturali
ed altri bisogni materiali e non, in modo sostenibile.
Il design in permacultura e’ un sistema di assemblare componenti concettuali, materiali e strategici
in un modello che funzioni a beneficio della vita in tutte le sue forme.
Bill Mollison da : “Permaculture,A Designers’ Manual”
La Permacultura e’ il Paesaggio disegnato consciamente che imita i modelli
e le relazioni trovate in natura, producendo un’abbondanza di cibo,
fibre ed energia per i bisogni locali.
David Holmgren da :”Permacultura,Principi e percorsi oltre il sostenibile”
La permacultura e’ un approccio metodologico per risolvere i problemi che
e’ possibile trasferire tra culture diverse, localita’ ed assi temporali.
La permacultura cerca di massimizzare la produttivita’ mentre
minimizza l’importazione di bisogni come: lavoro, denaro, tempo, energia.
La permacultura e’ prendersi la responsabilita’ ed e’ una direzione non una destinazione.
Il sistema si muove in quella direzione? Se la risposta e’ si, allora stiamo facendo permacultura.
Da i corsi di Graham Bell
La permacultura puo’ essere descritta come: pensare attentamente seguito
da azione minima, invece che azione frettolosa seguita da pentimenti a lungo termine.
Da Patrick Whitefield “The earth care manual”
La permacultura e’ basata sull’osservazione dei sistemi naturali, la saggezza contenuta nell’agricoltura tradizionale del passato e sulla conoscenza scientifica moderna. Basata su modelli ecologici, la permacultura crea un’ecologia coltivata, la quale e’ disegnata per produrre cibo per gli uomini e gli animali del tipo che si trova in natura.
Da i corsi di Aranya
La permacultura semplicemente chiede alle persone di mettere nella vita quello che loro chiedono dalla vita stessa. Questo e’ chiedere troppo per salvare il mondo? Usa i suoi principi nella vita di tutti i giorni. Insegna ai tuoi figli, informa i tuoi governi locali, nazionali ed internazionali della saggezza che contiene.
Da David Bellamy introduzione al libro “The permaculture way”
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UN ORTO REALIZZATO SEGUENDO I PRINCIPI
DELLA GEOMETRIA SACRA IN COSTA RICA
INTRODUZIONE ALLA PERMACULTURA
IL GIARDINO DI EMILIA HAZELIP
(INTERO) – IN ITALIANO
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